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LA FABBRICA DEL SORRISO!!

Negli articoli precedenti abbiamo parlato di stress e di quanto questa condizione, un tempo fisiologica, stia diventando sempre di più una condizione patologica e pericolosa. Abbiamo parlato degli “ormoni dello stress” e del sistema nervoso simpatico che stimola le risposte di allarme, di attacco e di fuga. Abbiamo parlato della nostra incapacità a gestire le emozioni e del nostro "mal di vivere".


Oggi invece voglio parlarvi di empatia, di coccole, di abbracci e di contatto fisico. Voglio parlarvi di quanto è importante per la nostra salute psicofisica riuscire a ritagliarci momenti di calma, sicurezza e rilassamento e di quanto un ambiente sereno contribuisce a mantenere efficienti le nostre cellule. Immaginate la scena! “Luisa guardò fuori dalla finestra e intravide le punte dei platani che, come in una magica danza, disegnavano strane forme nel cielo, dipinto di mille sfumature rosso aranciate. Era l’alba. Guardò la sveglia e decise di prendersi ancora qualche minuto. Vicino al suo viso la manina di sua figlia Diamantea, teneva stretto un piccolo pupazzetto turchese. Diamantea la sera prima, con la scusa di qualche linea di febbre e un po’ di tosse, con un sorriso smagliante, le aveva chiesto di dormire nel suo letto, dicendole che, solo abbracciata a lei, si sarebbe svegliata la mattina dopo completamente guarita. Le aveva stretto le manine attorno al viso e guardandola con i suoi occhioni azzurri a pochi centimetri, naso contro naso, le aveva detto di non preoccuparsi, perché lei conosceva una pozione magica, dove gli ingredienti erano: baci, carezze e sorrisi! Luisa adorava la sua piccina, sempre così gioiosa e sorridente! La guardò mentre ancora dormiva. Il suo viso, bello e rilassato, mostrava tutta la sua serenità. Le sue labbra, socchiuse, disegnavano un dolce sorriso. Si concentrò su quello e pensò che Diamantea fin da piccolissima aveva sempre avuto il sorriso sulle labbra.


Ogni volta che si girava a guardarla, lei ricambiava lo sguardo sempre con un grande sorriso. Anche al mattino, appena si svegliava, il sorriso era la prima cosa che le regalava! Già il sorriso! I suoi pensieri cambiarono rotta all’improvviso e pensò alla sua vita. Un divorzio freschissimo alle spalle, un figlio di 12 anni, Diamantea di 5, un lavoro poco gratificante, uno stipendio che le consentiva poche cose…e una “fame nervosa” che prendeva sempre più piede. Da quanto tempo non sorrideva più?! Quando era stata l’ultima volta che aveva riso a crepapelle? Da quanto tempo non le capitava di alzarsi veramente felice al mattino con il sorriso sulle labbra? Doveva ammetterlo! Oramai erano anni che non succedeva più. Eppure lei amava ridere e scherzare, amava le coccole, la complicità e il sentirsi amata. Ma la vita l’aveva trasformata in una donna triste e intollerante. Guardò la sua bambina che, destata dal suono della sveglia, la stava fissando sorridendole e i quel preciso momento capì che doveva fare qualcosa, lo doveva fare per sè stessa e per i suoi figli. Doveva ritrovare la serenità interiore, che le avrebbe permesso di affrontare i problemi della vita di ogni giorno con maggiore determinazione. La sua mente doveva ritrovare lucidità e il suo corpo, la salute!”

Ora la domanda che dobbiamo porci è: ma cos' è che regola i nostri stati di ansia e di rilassatezza? Il nostro sistema nervoso autonomo, in particolare i suoi due rami chiamati simpatico e parasimpatico. Il simpatico, attraverso gli “ormoni dello stress”, stimola le risposte di allarme, quindi di attacco e di fuga, predisponendo l’organismo alla reazione. Ma il simpatico è anche il sistema che inibisce l' interazione sociale, che stimola l’aggressività, la paura e l’ansia, innescando un meccanismo di chiusura, una sorta di protezione, potremmo definirlo uno “scudo”. Al contrario il sistema parasimpatico stimola gli “ormoni del benessere” favorendo emozioni come l' affetto, la sicurezza, la calma, la fiducia, tutte condizioni emotive che producono invece un' apertura verso gli altri, verso il mondo. Da millenni questo sistema funziona sempre nello stesso modo: se percepisco pericolo, mi chiudo, divento aggressivo o vengo sopraffatto dalla paura; se percepisco sicurezza, mi apro, mi rilasso e mi predispongo all’interazione con gli altri. Sembra banale e forse ovvia la cosa, ma non è così! Il problema è che sempre di più gli stimoli stressanti di “combattimento e fuga” non vengono controbilanciati con quelli rilassanti di affetto e appagamento. Questo vuol dire che stiamo perdendo l’equilibrio e con lui anche la salute.


Oramai lo sapete, esiste una stretta correlazione tra il sistema nervoso e il sistema endocrino, tanto che ogni stato d' animo, letto dal sistema nervoso, si traduce sempre in una specifica sintetizzazione di ormoni. Oggi voglio parlarvi di un ormone di cui si parla poco, anche se a mio parere è un ormone importantissimo: l’ossitocina, “l’ormone dell' amore”. Quest’ormone conosciuto soprattutto per la sua funzione di stimolazione della contrazione uterina durante il parto e della produzione di latte nell' allattamento, è anche l' ormone che regola i potenti legami affettivi tra madre e neonato, perché è il responsabile dell’aumento dell’empatia e della propensione verso gli altri. Infatti l' ossitocina viene prodotta in grande quantità nelle condizioni di calma e sicurezza. Promuove rilassamento, crescita e riparazione cellulare. Non è

altro che la risposta opposta a quella di “attacco e fuga”! Provate a pensarci: se siete sotto stress, aumentano le vostre difficoltà digestive e il battito cardiaco, avete difficoltà a concentrarvi, i vostri gesti sono nervosi, come il vostro tono di voce, il corpo si irrigidisce e si pone in chiusura. Questo atteggiamento, se reiterato nel tempo e non giustificato, come abbiamo più volte sottolineato, ci toglie salute! Ma non solo, perché, rendendo più complicate e difficili le relazioni con gli altri, ci complica la vita! Del resto lo provate ogni giorno sulla vostra pelle: l' aggressività allontana, mentre la serenità avvicina.


Ma cosa possiamo fare per “sistemare” questo sbilanciamento e stimolare maggiormente questo importante “ormone dell’amore”?

Abbiamo detto che l’ossitocina è sintetizzata naturalmente dall’ipofisi nel momento del parto e dell’allattamento, ma lo è anche durante l’attività sessuale e in tutte le situazioni di tranquillità e benessere. Ma l’ormone dell’amore, può essere stimolato anche attraverso l’assunzione di particolari alimenti che non a caso sono associati a un loro potere afrodisiaco. Questi cibi infatti sono in grado di aumentare la libido, determinando una maggiore produzione di ossitocina da parte dell’ipofisi. Il numero uno è sicuramente il cioccolato: grazie alla presenza di un ormone chiamato feniletilamina, responsabile dell’innamoramento. Il cioccolato è un alimento afrodisiaco, in grado di favorire la secrezione di ossitocina. Parlo naturalmente di cioccolato fondente, superiore al 70%. Ma anche il melograno, ricchissimo di vitamine A, C, E, favorendo la produzione di estrogeni e testosterone, è in grado di stimolare la sintetizzazione di ossitocina. Ci sono poi altri cibi in grado di risvegliare la passione e aumentare i livelli di questo importante ormone: i fichi, i tartufi, i porri, i pinoli e le melanzane. Efficace anche la vaniglia, che è una pianta conosciuta soprattutto per il suo aroma speziato, dolce e intenso. La vanillina, il suo principio attivo, si trova nei baccelli integri essiccati, nella polvere di quelli macerati in alcool o nell’olio essenziale. Il suo profumo si diffonde nell’aria e penetra nel nostro corpo anche attraverso la semplice respirazione. Stimola i ferormoni e aumenta la produzione di ossitocina da parte dell’ipofisi. Ma anche le noci e le mandorle, ricche di selenio, la cui carenza è stata messa in relazione proprio con stati d’ansia e di depressione. Così come il tonno e il salmone e tutti i cibi ricchi di triptofano come le banane e i gamberetti e i cibi ricchi di antiossidanti, di beta carotene, di vitamina C ed E come i broccoli e il tè verde.


Ma come sempre, solo con l’alimentazione non basta. Dobbiamo cambiare il nostro stile di vita. Cerchiamo di rendere l’ambiente in cui viviamo il meno ostile possibile: circondiamoci di persone gioviali, scegliamo situazioni rilassanti, evitiamo atteggiamenti ostili e provocatori. Tutto ciò ci farà sentire “sicuri”, in un ambiente “non ostile”! Perché anche una interazione positiva e amichevole con gli altri è fondamentale per il vostro stato di salute psicofisico!

Simona Oberto

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